(Treviso – Pordenone, 83 km)
In questa tappa l’itinerario di AIDA esce dal Veneto per entrare in Friuli. Il percorso è caratterizzato dalla presenza di un ampio territorio di pianura solcato da numerosi corsi d’acqua, il principale dei quali, il Piave, è di per sè elemento naturale ma anche testimonianza storica del primo conflitto mondiale. Numerosi sono infatti i riferimenti puntuali lungo il percorso che ricordano uomini, fatti ed episodi della Grande Guerra, a partire dal Sacrario militare di Fagarè, costruito in uno dei punti più esposti dopo la “rotta di Caporetto”. Un itinerario quindi senza particolari difficoltà, ricco di spunti anche di carattere ambientale, se si considera ad esempio la spettacolare area golenale del fiume Livenza nei pressi di Portobuffolè, quest’ultimo storico baluardo della Marca.
Il punto di partenza del nostro itinerario è all’uscita del sottopasso pedonale della stazione centrale di Treviso e la direzione non può che essere verso il centro storico della città della Marca con la suggestiva Piazza dei Signori (km 0,5). Si prosegue lentamente lungo via Calmaggiore, l’antico Cardo Maximum della “Tarvisium” romana, si svolta a destra all’altezza del canale Siloncello per via Roggia (circa 1 km dalla partenza) e si prosegue lungo via Filippini, in mano sinistra, fino all’antica cinta muraria della città, giungendo, dopo averle costeggiate in direzione est (via Burchiellati) alla cinquecentesca Porta San Tommaso (km 1,8). Si lascia definitivamente il centro storico uscendo dalle mura e, attraversati il fosso di guardia (La Botteniga) e la circonvallazione interna, si prosegue su ampia pista ciclabile lungo viale Vittorio Veneto e viale Brigata Treviso. Al km 3,6 si lascia il viale e si svolta a destra per via Verci (l’adesivo di AIDA può senz’altro aiutarci nella manovra) per proseguire per via della Madonnetta e, superata con un sottopasso la linea ferroviaria Venezia-Udine, svoltare decisamente a sinistra costeggiando la ferrovia e raggiungendo, per via Cal di Breda, la nuova sede della Provincia di Treviso. Poco più avanti (km 5,8) si scorge l’ingresso del Parco dello Storga, un’area protetta di 67 ettari realizzata alla fine degli anni ’90 (aperta tutti i giorni dalle 07:00 alle 20:00). Si prosegue in un piacevole contesto rurale su strade a basso traffico attraversando la frazione di Pezzan e superando con un cavalcavia l’autostrada A27 d’Alemagna (km 8,0). Dopo la discesa si rimane in mano destra per due volte per poi abbandonare sulla sinistra la SP59 impegnando prima via Graere e poi, sempre a sinistra, via Cartiere (km 9,5). Si continua sulla bella stradina per circa 1,3 km e all’incrocio con via Papa Roncalli (SP60) si tiene la destra in direzione di Mignagola (dal nome del corso d’acqua che abbiamo appena costeggiato), per svoltare poi a sinistra su via San Martino e poi a destra per via Griguoli (km 11,7) attraversando una vasta area agricola. L’itinerario prosegue su via Canova e attraversato il sottopasso della linea ferroviaria Treviso-Portogruaro giunge all’incrocio con la strada regionale Postumia (SR53) al km 13,9. Una lunga ciclabile bidirezionale in sede propria di quasi 9 km costeggia la regionale fino alla rampa del ponte sul Piave passando attraverso l’abitato di San Biagio di Callalta e costeggiando il Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia (km 21,8) che conserva i corpi di oltre 10 mila soldati italiani rimasti sul campo durante il primo conflitto mondiale. Al km 22,7 termina la pista ciclabile e si deve rientrare in sede stradale per impegnare il lungo ponte stradale (circa 300 metri) che attraversa il “fiume caro alla Patria” e giungere all’abitato di Ponte di Piave. Da non perdere, nel piccolo paese trevigiano, la Casa Museo Goffredo Parise dove il noto scrittore visse gli ultimi anni della sua vita. Si attraversa l’abitato e al km 25,0 si lascia la Postumia per svoltare a destra ed entrare nella frazione di Vigonovo di Sopra, già in comune di Salgareda. Si prosegue oltre per poi prendere a sinistra via Chiodo (km 26,5), una strada a scarso traffico che per alcuni chilometri corre parallela alla più trafficata regionale. Al km 30,0 all’altezza dell’incrocio con la SP117 l’arteria prende la denominazione prima di via Postumia Rustignè e poi di via per Levada. In questa località, poco distante dal citato incrocio, svoltando a sinistra, si trova la chiesa di San Bonifacio Martire, uno dei pochi edifici storici della zona sopravvissuto alle vicende del tempo. Si tratta di un edificio dell’XI secolo che presenta un suggestivo affresco superstite del ciclo originale raffigurante la Madonna della Rondine e due splendide pale del pittore rinascimentale Francesco Bissolo (1470-1554). Alla fine della via per Levada (km 31,6), già in territorio opitergino, si svolta a destra per via Prà Gatta di Rustignè e si percorre la via fino a via Sgarbariol (km 33,8) per poi svoltare a sinistra e dopo circa 1 km ancora a sinistra per via Fornase Tronco 1. Siamo alle porte di Oderzo e di nuovo sulla SR53 che ora prende il nome di via Brandolini (km 35,4). Si svolta a destra utilizzando una bella ciclabile che poco dopo sottopassa la linea ferroviaria e ci accompagna per mano fino all’interno del centro storico. In via Garibaldi si scorge il cinquecentesco Palazzo Foscolo, simbolo del Polo culturale della città: ha sede la Galleria d’arte moderna, la Pinacoteca Alberto Martini e il Museo archeologico Eno Bellis. Le belle case porticate del centro storico fanno ora da cornice all’itinerario, alla fine del lungo rettilineo si svolta a sinistra per via Umberto 1° e si prosegue transitando sotto il Torresin (edificio del 1930 ma che trae origine dall’antica Porta Trevisana) per sbucare nella splendida Piazza Grande proprio di fronte al Duomo (km 37). La chiesa dedicata a San Giovanni Battista venne eretta nel XI secolo sulle rovine di un antico tempio dedicato a Marte. Originariamente in stile romanico-gotico è stata pesantemente modificata nei secoli anche se l’ultimo restauro del secolo scorso ha cercato di riportare alla luce i primogeniti elementi architettonici. All’interno opere di Pomponio Amalteo, Domenico Tintoretto e Palma il Giovane. Si esce dalla piazza costeggiando il fiume Monticano prima su Riviera Monticano, poi su via Gorgazzo e infine su via Madonna della Salute. Alcuni inspiegabili divieti di transito (anche alle biciclette) costringono a percorrere tratti di strada con bici a mano o ad allungare oltremodo il tragitto, tuttavia dopo lo “scampato pericolo” il tragitto è piacevole e l’ambiente circostante soave. Al km 39,5 si attraversa il fiume su passerella pedonale “atterrando” poco dopo nella frazione di Fratta dominata dalla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Si prosegue su via Comunale di Fratta e si tiene la destra all’incrocio con via Le Basse, la stradina prima asfaltata e poi bianca si abbandona al km 41,8 per salire sull’argine del Monticano in sinistra orografica per poi attraversare dopo appena 500 metri, sulla sinistra, ancora la Postumia, già in comune di Gorgo al Monticano. Proprio di fronte si imbocca via Giuseppe Garibaldi (fare attenzione nel l’attraversamento perché non è regolato) e alla rotonda si prosegue diritto per via Casette tenendo poi la sinistra al successivo incrocio (km 43,3). Si prosegue per 3 km lungo la provinciale, si attraversa la frazione di Fossabiuba e si svolta a sinistra nella stretta e sterrata via Tremeacque (km 46,6) per entrare nella spettacolare area golenale del fiume Livenza denominata Prà dei Gai ed inserita dalla Comunità Europea all’interno della Rete Natura 2000. Essendo tutta l’area soggetta ad esondazioni il percorso ufficiale ci riporta, tenendo la destra, nuovamente sulla SP119 per attraversare, temporaneamente, il confine regionale tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia sul Ponte di Tremeacque (km 48,4) tuttavia, nella stagione asciutta, nulla vieta che si possa proseguire per i Prà seguendo la segnaletica ufficiale della provincia di Treviso raggiungendo il borgo di Portobuffolè in pochi chilometri. Diversamente dopo aver attraversato il ponte sul Livenza si prende a sinistra l’argine in ghiaia del fiume e si prosegue fino al km 51,0 per percorrere poi un breve tratto di strada provinciale, rientrare in territorio veneto al km 52,0 e riprendere nuovamente l’argine del Livenza fino a giungere a Portobuffolè, estremo lembo della Marca trevigiana. La cittadina medievale, inserita nella categoria dei Borghi più belli d’Italia, è tutta da scoprire: dal Duomo cinquecentesco alla dimora di Gaia da Camino (nobile famiglia trevigiana), dalla Torre Civica, che ospita il Museo della civiltà contadina, alla chiesa dei Servi a quella di San Rocco completata entrambe nel 1500.
All’uscita dal centro si passa a fianco di villa Giustinian con l’oratorio di Santa Teresa (km 53,1); poco dopo si prende a sinistra il sottopasso, al termine del quale il marciapiede ciclopedonale di fronte permette di evitare di uscire sulla strada principale raggiungendo un piazzale da cui si prende via Settimo (km 53,4). Poco dopo, all’incrocio (km 53,8) si prosegue dritti in via Talmasson, varcando di nuovo – stavolta definitivamente – il confine regionale col Friuli. La strada prosegue sempre più tranquilla, finché al km 54,2 si entra in un tratto arginale sterrato del Livenza che termina al km 55,8 nella frazione di San Cassiano ed iniziando a percorrere un tratto promiscuo sulla SP57. Al km 57,2 si passa a fianco del parco comunale di Villa Varda, accanto al Livenza; al km 57,8 inizia un tratto di pista ciclabile da cui poi giriamo a sinistra (km 58,2) e poi a destra in via Giolitti entrando nel centro di Brugnera.
Si svolta poi a sinistra in via Santissima Trinità (km 58,6), quindi ancora a sinistra (km 59,0) in via della Fratta, che curva a destra fino all’incrocio con via Vittorio Veneto (km 59,5), ancora nelle immediate vicinanze del Livenza: lì si svolta a destra, poi poco dopo (km 59,7) a sinistra in via San Giacomo. Si prosegue su via San Giacomo, finché (km 60,9) si svolta a destra in via Furlanetto nell’abitato di San Giovanni di Livenza, frazione del comune di Sacile, quindi a sinistra in via San Giacomo e a destra in Strada Interna San Giovanni di Livenza. All’incrocio con via Cellini (km 63,2) si tiene la sinistra, poi (km 63,7) a destra in via Padernelli, che sottopassa l’autostrada A28. Alla successiva rotonda (km 64,6) si tiene la sinistra per strada Geromina, passando a fianco di una zona industriale ed entrando nella frazione di Sant’Odorico. Siamo ormai alle porte di Sacile, il Giardino della Serenissima: alla rotonda di largo Monteverdi (km 66,2) proseguiamo dritto superando la ferrovia col sottopasso ciclabile in via Balliana e (dopo il ponte sul Livenza) in via Mazzini, arrivando al km 66,9 nel cuore del bel centro storico della cittadina, piazza del Popolo.
Per l’uscita dal centro, dalla piazza si imbocca via della Pietà (km 67,1), poi a sinistra in via Puiatti sulla quale raggiungiamo nuovamente il ponte sul Livenza (km 67,4) e quindi, lungo via Balliana, ritorniamo al sottopasso della linea ferroviaria e alla rotonda di largo Monteverdi (km 67,8). Stavolta però dalla rotonda ci dirigiamo verso est in via Fratelli Rosselli e poi via Flangini, un percorso dopo un po’ inizia a costeggiare per un lungo tratto la ferrovia. Allo stop (km 73,0) si prosegue a sinistra su via Brugnera, quindi allo stop successivo (km 73,5) si svolta a destra in via Rizzioli. Al km 74,0 si tiene la sinistra per via Pieve, entrando poco dopo nel comune di Porcia, quindi allo stop (km 75,0) si prosegue dritto sempre su via Pieve, entrando in una zona industriale. Continuando sulla strada principale si arriva infine ad un ulteriore stop (km 77,6), dove si gira a sinistra in via Antonio de’ Pellegrini e poi via Marconi entrando nel pregevole centro storico di Porcia, caratterizzato dal castello dell’omonima famiglia nobiliare (km 77,9).
Proseguiamo quindi su via Marconi, continuando diritti alla rotonda su via Correr (km 78,1) in pista ciclabile. Al km 78,8 si passa di fronte a Villa Correr-Dolfin nella frazione Rorai Piccolo di Porcia; alle successive due rotonde si tiene la sinistra per via Cartiera e poi per via Gabelli, quindi (km 79,0) a destra in via delle Acque continuando sulla sinistra in via Pedron, ormai nel comune di Pordenone. Al km 79,5, in corrispondenza di una decisa curva a sinistra di via Pedron, si nota sulla destra l’entrata ciclopedonale nel parco comunale Laghetti di Rorai. Il tratto interno al parco, curato e con punti d’acqua, termina al km 80,0 con l’uscita per un sottopasso ferroviario a sinistra.
Si prosegue quindi in via Abba, poi (km 80,3) dritto in via Rosario, poi (km 80,5) a destra in via Casarsa. Al km 80,6 si esce su viale Grigoletti, dotato di pista ciclabile urbana sull’altro lato; arrivati in largo San Giovanni (km 81,6) si svolta a destra in corso Garibaldi. Siamo così nel centro storico di Pordenone, città attraversata dal fiume Noncello, affluente del Meduna (che a sua volta, come detto prima, poi si immette nel Livenza nei paraggi di Ghirano): il rapporto tra la città e il suo fiume è richiamato nell’antico toponimo Portus Naonis che significa per l’appunto “Porto sul Noncello”. In Piazza Cavour (km 82,0) proseguiamo dritto su corso Vittorio Emanuele II fino a raggiungere il punto più noto di Pordenone, lo slargo di piazza San Marco posto tra il Palazzo Comunale e il Duomo (Km 82,6).
(Testo e foto tratti dalla guida AIDA EST, Ediciclo 2020)