RV 15 - DA TREVISO ALLA PEDEMONTANA

DAL CAPOLUOGO DELLA MARCA ALLE COLLINE DEL PROSECCO

(Treviso - Vittorio Veneto, 62 km)

L’itinerario ricalca, quasi per intero, il tracciato della Venezia-Monaco e dell’itinerario regionale I-4, nel territorio della Marca trevigiana. La segnaletica dei due percorsi è completa in entrambi i sensi di marcia ed è abbastanza facile da seguire, anche senza uno strumento di navigazione. La presenza di circa il 24% di infrastrutture ciclabili consente la percorribilità anche ai meno esperti; tra l’altro la percentuale può essere incrementata, sostituendo il percorso a ridosso del Montello con un tratto della ciclabile della Tradotta, facendo attenzione ai numerosi incroci con la viabilità carrabile.

Molti sono i tematismi che caratterizzano l’itinerario: da quelli della Grande Guerra, dalla quale gran parte del territorio è stato interessato, a quelli della venezianità dei centri grandi e piccoli, con i continui riferimenti storico-culturali alla Serenissima. Non ultimo il grande patrimonio Unesco del territorio collinare del Prosecco tra Conegliano e Vittorio Veneto.

 


Il punto di partenza del nostro itinerario è all’uscita del sottopasso pedonale della stazione centrale di Treviso e la direzione non può che essere verso il centro storico della città della Marca con la suggestiva Piazza dei Signori (km 0,5). Si prosegue lentamente lungo via Calmaggiore, l’antico Cardo Maximum della “Tarvisium” romana, si svolta a destra all’altezza del canale Siloncello per via Roggia (circa 1 km dalla partenza) e si prosegue lungo via Filippini, in mano sinistra, fino all’antica cinta muraria della città, giungendo, dopo averla costeggiata in direzione est (via Burchiellati) alla cinquecentesca Porta San Tommaso (km 1,8). Si lascia definitivamente il centro storico uscendo dalle mura e, attraversati il fosso di guardia (La Botteniga) e la circonvallazione interna, si prosegue su ampia pista ciclabile lungo viale Vittorio Veneto e viale Brigata Treviso. Al km 3,8 si lascia il viale e si svolta a sinistra per via Fontane SP132, proprio al confine con il comune di Villorba: prima di girare si consiglia di volgere lo sguardo sulla destra, per ammirare la facciata della settecentesca Villa Bice, già Farsetti Ravà. Si prosegue lungo la provinciale utilizzando, sulla sinistra, uno spazio ciclopedonale a larghezza variabile, si attraversa in sicurezza il trafficato viale della Repubblica per poi svoltare a sinistra per via Pegorile (km 6,1), percorrendo una corsia ciclabile e continuando poi nella stessa direzione impegnando via Po, parzialmente dotata di pista ciclopedonale. Lasciata alle spalle la frazione di Fontane si riprende la provinciale, svoltando a sinistra e percorrendo, sulla destra, una stretta ciclopedonale. Al km 7,4, all’altezza del civico 79/a, inizia una bella e adeguata pista ciclabile che, in poco meno di 3 km, raggiungerà il centro di Villorba (prestare attenzione al km 9,6 nell’attraversamento della via Postioma, l’antica Postumia romana). Al km 10,7 superato il centro del paese, si svolta decisamente a sinistra lungo la SP48, purtroppo priva di ciclabile, e si prosegue per circa 3 km superando l’abitato di Santandrà, già in comune di Povegliano. Al km 13,6 si abbandona definitivamente la provinciale svoltando a sinistra per via Barrucchella. All’incrocio con via Camalò, SP55, si prosegue oltre imboccando via Schiavonesca e al successivo incrocio (km 16,0) si tiene la destra impegnando via Volpago Nord e poi via Madonna della Mercede: la strada, pur attraversando un ambiente piacevole, è priva di banchine laterali e durante i giorni feriali, quando il traffico è più sostenuto, può rappresentare qualche rischio. Al km 19,0 è possibile scorgere sulla destra la chiesa della Madonna della Mercede, eretta nel 1947 in ricordo dei caduti delle due guerre. Dopo un paio di chilometri si sottopassa l’autostrada Pedemontana Veneta e subito dopo si attraversa la Schiavonesca vecchia mediante una rotatoria munita di ampia ciclopedonale. Si continua nella stessa direzione, ora via S. Pio X, e al km 22,0 si incontra la “Tradotta”, una ciclabile sterrata di circa 18 km che collega Montebelluna a Bidasio (Nervesa) correndo sul sedime di una vecchia ferrovia realizzata nel 1916 per scopi militari e soppressa cinquant’anni più tardi (non essendo ancora completato il raccordo con Ponte della Priula, e l’asta del Piave, la pista ha ancora una funzione locale). Si oltrepassa la ciclabile e si prosegue in direzione di Volpago, tenendo la sinistra all’incrocio con la Schiavonesca nuova (SP248). Poco prima del centro del paese (km 22,9) si svolta a destra per la SP147 e più avanti sempre a destra per via Fra’ Giocondo. Siamo al cospetto del Bosco del Montello, l’antico “bosco da reme” della Repubblica della Serenissima: l’area del bosco, fin dal 1471, fu gestita come riserva forestale al servizio dell’Arsenale e come tale rimase fino alla caduta della Repubblica. La superficie della collina è oggi completamente privatizzata e le maestose querce sono state sostitute da una selva di robinie. L’itinerario dopo via Fra’ Giocondo continua verso est interessando via Pedemontana, via Arditi ed infine via Diaz. Al km 31,3, sulla destra, si trova la parrocchiale di Nervesa dedicata a San Giovanni Battista; all’interno una pala raffigurante “la Madonna del Rosario” attribuita a Jacopo Palma il Giovane. Di fronte alla chiesa, in mano sinistra, un sentiero pedonale (non sempre aperto) conduce al piccolo eremo di San Girolamo e alle rovine dell’abbazia benedettina di sant’Eustachio, entrambi recentemente restaurati. Si riprende il viaggio sempre su via Diaz per abbandonarla al km 31,9 svoltando a sinistra su via VIII Armata, poi a destra per via Carrer, ancora a sinistra per via Luzzati, a destra per via Battistella ed infine a sinistra su via Canova, il tutto per evitare la trafficata SP248.  Al km 32,4 si attraversa il suggestivo canale della Vittoria, inaugurato nel 1925 dal re d’Italia, e poco più avanti ci si immette, con prudenza, per un breve tratto sulla provinciale 248. Si tiene la sinistra e al km 34,0 si svolta a sinistra per via XXIV Maggio che si percorre fino ad incontrare nuovamente la provinciale nei pressi del lungo ponte sul Piave, nel comune di Susegana al km 36,5. Per imboccare la ciclopedonale nella giusta direzione, bisogna però impegnare un grande e delicato rondò e salire dal lato opposto sul ponte della Priula (dal nome della famiglia veneziana Priuli proprietaria in zona di ville e terreni). Il ponte, distrutto dai francesi nel 1807, fu ricostruito in pietra solo nei primi anni del Novecento. Siamo sulla linea del fronte della prima guerra mondiale: un imponente Santuario Votivo nelle vicinanze ricorda i caduti di otto diverse nazionalità. Dopo la discesa si attraversa la statale utilizzando un vicino passaggio pedonale e si imbocca via Pascoli, una strada a senso unico, eccetto bici. Poco più avanti (km 39,3) quasi alla fine di un lungo rettilineo ai piedi dell’argine del Piave, un piccolo pertugio sulla destra consente di raggiungere via Mercatelli e proseguire su comoda ciclabile prima a sinistra e poi a destra lungo via Maglio. Al km 40,6 svoltiamo a destra per via Barca seconda, dopo circa 1,7 km teniamo sulla destra la rotonda della SS13 e proseguiamo a sinistra per via XXIV Maggio, dove si può notare la grande cantina dei Collalto; superiamo l’innesto in rotonda con via san Salvatore e proseguiamo lungo via Carpeni fino ad incontrare via Rossini (km 42,9) che impegneremo svoltando a destra  (disponendo di ulteriore tempo all’incrocio con via San Salvatore è possibile girare a sinistra e scorgere poco più avanti il settecentesco Oratorio dell’Annunziata fatto erigere dai Conti di Collalto, e poco più avanti sulla sinistra la Chiesa del Carmine con annesso ex convento, sempre del XVIII secolo, se non addirittura proseguire oltre ed arrivare al castello di San Salvatore). Dopo Rossini la strada cambia più volte denominazione: da via Don Minzoni a via dei Colli pur rimanendo nel’ambito dello stesso comune di Susegana per poi diventare via Einaudi una volta oltrepassato il torrente Crevada in comune di Conegliano. Al km 45,5 si oltrepassa una grande rotonda su comoda ciclabile mantenendo la linearità dell’itinerario. Poco più avanti sulla destra si trova il parco Vivaldi, un’area verde che nel periodo estivo può essere salutare e successivamente (km 46,8) ci si immette sulla SS13, ora viale Venezia, su una comoda ciclopedonale in mano sinistra, si tiene sulla dx la successiva rotatoria e si prosegue sulla sinistra sempre sulla ciclopedonale. Si attraversa poi una nuova rotatoria e si prosegue sulla ciclopedonale lungo via 28 Aprile e poi su via Spellanzon. Siamo ormai alle porte del centro di Conegliano, al km 47,6 si scorge sulla destra la chiesa di San Pio X e alla successiva rotatoria si svolta a destra su via Colombo e si raggiunge la stazione ferroviaria (km 48,8). Una breve visita del centro storico è senz’altro da mettere in preventivo: la strada di fronte alla stazione, via Carducci, porta direttamente alla scalinata (bici a mano) che conduce alla “Contrada Granda”, oggi via XX Settembre, sulla quale troviamo il quattrocentesco Duomo di San Lorenzo con la contigua ed integrante Scuola dei Battuti, nel cui interno tra le altre opere troviamo la celeberrima Pala d’Altare di Giambattista Cima, l’unica opera del pittore conservata nella sua città natale. Poco lontano è la Casa Museo, dove visse il celebre pittore coneglianese, oggi sede di un piccolo museo archeologico e della Fondazione Cima; qui è ospitata anche una serie di riproduzioni di alcune opere del pittore. Situato sulla sommità del Colle di Giano, si trova infine il Castello medievale: dell'originario complesso rimangono la Torre della Campana, parte dell’antico Duomo e parte della cinta muraria; è sede del museo civico.

Se si opta per la visita, l’itinerario può tranquillamente proseguire su via XX Settembre per uscire dalla Porta Monticano direttamente sulla ciclabile che attraversa il corso del Monticano. Da notare, sopra il volto della porta dal lato interno, un bel bassorilievo raffigurante il leone di San Marco e sulla parete esterna un grande affresco con la stessa immagine. Se si proviene invece dalla stazione svoltare a destra per via Mazzini, tenere la sinistra in piazza IV Novembre e raggiungere l’attraversamento sul Monticano. Al km 49,8 si svolta a sinistra su via Carpenè prima su ampia ciclopedonale, poi su corsia ed infine su strada, fino all’innesto con via Calpena. Si rimane su strada (non prendere la ciclopedonale sulla sinistra) per poi svoltare, poco dopo, a destra e proseguire per un breve tratto sulla provinciale per Vittorio Veneto. Al km 51,3 prendere a sinistra per via Mangesa in leggera salita (in realtà l’itinerario della Venezia-Monaco e dell’itinerario regionale I4 proseguono lungo la SP103, ma l’intensità del traffico su quest’ultima non è attualmente compatibile con il transito delle bici), e dopo circa 3,5 km intercettare nuovamente la provinciale. Si svolta a sinistra e all’altezza dell’abitato di Carpesica (km 56,8), già in comune di Vittorio Veneto, si svolta a destra per via Cal de Livera, si attraversa l’autostrada A27 d’Alemagna e si svolta a sinistra al km 57,7 in via Manzato su percorso che costeggia il torrente Cervada. In alternativa si continua su via Cal de Livera e si svolta a sinistra su via Prà del Vesco: entrambe arrivano in via Mascagni, strada che impegniamo in direzione nord.  Al km 59,0 si supera la trafficata via Pinto, tramite un sottopasso ciclopedonale, e si prosegue sempre su via Mascagni, facendo attenzione all’attraversamento di via Canova, e continuando sempre verso nord su via Saccardo fino ad incrociare via Rossini (km 60,0). In realtà l’itinerario regionale proseguirebbe lungo via Canova, ma abbiamo ritenuto opportuno tracciare il percorso transitando all’interno del centro di Ceneda, uno dei due nuclei storici  (l’altro è Serravalle) che hanno dato origine nel 1866 al comune di Vittorio Veneto. Dopo via Rossini si prosegue lungo via Frassinelli, si svolta a sinistra per via Cenedese e al km 60,8 si raggiunge l’antica piazza della Cattedrale, oggi intitolata a Giovanni Paolo I. Sulla piazza si affacciano la settecentesca Cattedrale dell’Assunta e di Tiziano Vescovo, con dipinti di Pomponio Amalteo, il cinquecentesco Seminario Vescovile, oggi sede del museo diocesano, e la Loggia, già sede del Maggior Consiglio a partire dalla prima metà del cinquecento , oggi Museo della Battaglia. Su tutti svetta il campanile, un tempo torre di difesa, di aspetto romanico, una delle parti rimaste dell’antica chiesa. Dalla piazza parte la via Brevia, una suggestiva stradina che conduce al Castello di San Martino, ancora oggi residenza vescovile. Dopo la visita si prosegue verso est, tenendo a sinistra la Cattedrale, impegnando prima via Cosimo e pio via Lioni.  Al km 61,5 si svolta a sinistra, su via Garibaldi su corsia ciclabile, e sempre su corsia si prosegue su via Manin, strada prima molto stretta e poi, dopo Piazza San Michele, di adeguata sezione, fino a culminare su viale della Vittoria che serve sia il Municipio, che la stazione ferroviaria appena di fronte. Per raggiungere il centro storico di Serravalle e le sue case dipinte, si deve proseguire lungo lo stesso viale e, in poco più di 2 km, arrivare alla piazza Flaminio, vero gioiello medievale, purtroppo ancora attraversata dal traffico veicolare.

Treviso

Ponte della Priula - il Piave

Susegana - castello di San Salvatore 

Serravalle

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