DA ROVIGO E PADOVA ALLA PEDEMONTANA

TRA ADIGE E COLLI SULLE TRACCE DI SANT'ANTONIO

TAPPA 2

(Padova - Asolo, 56 km)

Itinerario prevalentemente di pianura, ad eccezione della salita al borgo di Asolo, che per la prima parte, dopo l’ampia area urbana di Padova, segue il corso del Muson dei Sassi, un canale artificiale costruito dai veneziani nel Seicento, e per la seconda, da Castelfranco Veneto ai piedi di Asolo, segue il sinuoso corso naturale dello stesso fiume. In mezzo il paesaggio archeologico della centuriazione romana. Interessante e ricco di opportunità l’innesto con la ciclabile dell’ex ferrovia Treviso-Ostiglia in comune di Loreggia nonché le testimonianze storico-artistiche delle tre principali località attraversate: Camposampiero, Castelfranco ed Asolo. L’itinerario si snoda prevalentemente su piste ciclabili, asfaltate e sterrate in buona condizione ed è pertanto consigliato per famiglie con bambini. Anche le strade aperte al traffico sono generalmente poco frequentate.

Il punto di partenza del nostro itinerario è a Padova in piazza del Santo. Dalla piazza, a lato della basilica di Sant’Antonio si imbocca via del Santo e la si percorre interamente, quindi all’incrocio con via San Francesco (km 0,4) si tiene la sinistra su quest’ultima passando a fianco del Palazzo del Bo’ – sede rettorale dello storico ateneo patavino – e di piazza delle Erbe, alla fine della quale si tiene la destra e poi la sinistra attraversando la contigua piazza dei Signori col Palazzo della Ragione. All’uscita dalla piazza (km 1,1) si gira a destra su via Dante, che al di là del ponte Molino sul canale Piovego (km 1,5) diventa via Petrarca; poco dopo si tiene la destra su via Tasso che esce poi su piazzale Mazzini (km 1,8). Lì si tiene la destra continuando sulla pista ciclabile di viale Codalunga fino alla grande rotonda ai piedi del cavalcavia Borgomagno (km 2,2), dove, con un attraversamento, si sale sulla pista del cavalcavia; poco dopo, in corrispondenza di un altro attraversamento, si intercetta la pista che proviene dalla vicinissima stazione ferroviaria (raggiungibile a destra in poco più di 100 m), ma noi proseguiamo diritto sempre sul cavalcavia. Una volta scesi si svolta a destra (km 2,6) penetrando nel tessuto urbano dello storico quartiere dell’Arcella (raggiungibile anche dai binari della stazione con un sottopasso pedonale dedicato): si entra prima su via Pietro Liberi, una strada residenziale a senso unico e a basso volume di traffico, proseguendo poi a sinistra su via De’ Menabuoi, su comoda pista ciclabile, che diventa poi via Bressan. Si transita davanti al Santuario dell’Arcella (km 3,4) dedicato a sant’Antonino e si svolta a destra, tra chiesa e campanile, percorrendo la ciclabile di via Beata Elena Enselmini e, dopo l’ingresso del cimitero, quella di via Altichiero da Zevio. Alla rotonda si prosegue dritti, seconda uscita, fino ad incrocio via Oreste da Molin, si svolta a sinistra e si prosegue per questa stretta strada residenziale che all’incrocio successivo diventa via Benedetto Marcello. La strada è a “cul de sac”, ma un piccolo passaggio ciclabile, ben segnalato, permette di raggiungere comodamente via Durer (km 4,3). La strada presenta due corsie monodirezionali e degli attraversamenti pedonali ben protetti, prosegue sulla corsia di destra e prosegue fino ad incrociare, questa volta a sinistra, via Liszt. Una comoda ciclabile consente di attraversare in sicurezza una porzione sostanziosa di quartiere: al primo incrocio la via cambia nome in Saetta, ma la ciclabile prosegue senza soluzione di continuità, così come prosegue anche su via Benedetti, almeno fino all’incrocio con via Colotti. Si prosegue ancora dritti e alla successiva rotonda, questa volta priva di ciclabile, SI gira alla seconda uscita su via Geremia e si prosegue su viabilità ordinaria fino ad intercettare via Leonati, al km 6,0 dalla partenza. Siamo ormai alla periferia nord del comune di Padova, ma dobbiamo zigzagare ancora un pochino prima di vedere l’acqua del Brenta, alla foce del Muson dei Sassi. Allora si svolta a sinistra per via Leonati e, sottopassate tangenziale ed autostrada A4, ancora a sinistra per via Ferrero e successivamente a destra per via Correr. Alla fine del lungo rettilineo si prende a sinistra per via Favaretto, che lasciamo più avanti, causa sistema di sensi unici contrapposti, per via Steer, sulla sinistra, poi via Melli sulla destra, via Longo sulla sinistra e via Dal Cortivo, ancora a destra, quest’ultima con ciclabile, forse un po’ datata. Arrivati sotto l’argine del Brenta si svolta a sinistra per via Zanon e alla prima occasione si sale sulla sommità dell’argine per raggiugere il grande ponte sul Brenta in località Pontevigodarzere (km 7,8). Superato il ponte si svolta immediatamente a destra, risalendo poi in riva destra il corso del Muson in sovrapposizione alla ciclovia del Brenta. Siamo alla confluenza dei due fiumi in un ambiente, tuttavia, fortemente antropizzato. Si attraversa, con attenzione, la strada regionale SR 307 “del Santo” e si prosegue tenendo il fiume sulla destra senza soluzione di continuità. L’itinerario alterna tratti di ciclabili in sede propria, sterrato, e tratti in promiscuo, asfaltato: occorre quindi prestar attenzione durante la marcia, anche se nel fine settimana il traffico è praticamente nullo. Questo perché la maggior parte dei centri abitati si trova sulla sponda del fiume a ridosso della strada regionale. Se non si hanno particolari esigenze si può proseguire spediti lungo la ciclovia, nel caso di bisogno alcuni ponti ciclopedonali permettono di raggiungere la sponda opposta e di conseguenza i servizi di cui si ha bisogno. Giunti a Torre di Burri (km 17,3), località che prende il nome da una torre medievale non più esistente e dalla nobile famiglia dei Burri, signori di queste terre fin dall’epoca dei romani, si attraversa prima il fiume con una bella passerella e poi con estrema attenzione la SR 307, costeggiando successivamente per qualche centinaio di metri il fiume Tergola. Quest’ultimo prosegue la sua corsa verso sud sottopassando il corso del Muson dei Sassi mediante un manufatto a botte, detto “ponte canale” costruito dai veneziani nel 1612 ancora oggi in piena efficienza. Il percorso transita proprio sopra tale manufatto e piega subito dopo a sinistra costeggiando nuovamente il Muson, questa volta in riva sinistra, con il fiume cioè alla nostra sinistra. Si prosegue per circa 3 km su argine con fondo prevalentemente sterrato, e con sezione ristretta, per portarsi nuovamente sulla sponda opposta prima dell’incrocio con via Nievo (km 20,8) e proseguire verso nord sempre con una tipologia di percorso variabile. All’altezza del ponte sul Muson Vecchio è possibile deviare a sinistra lungo via Tiso da Camposampiero e raggiungere il piccolo centro storico di Camposampiero e i luoghi cari a Sant’Antonio, nonché Villa Querini (via Cordenons 17) sede dell’ufficio turistico di Valle Agredo, nel quale è possibile reperire materiale cartaceo e informazioni sul territorio e sullo stesso Green Tour. Proseguendo invece lungo l’itinerario al km 24,0 la ciclovia incontra la ciclabile Treviso-Montegalda, tratto recuperato dell’ex ferrovia Ostiglia-Treviso. Sulla sommità dell’argine il bravo Cristian ha attrezzato un piccolo “punto ristoro infopoint” molto utile per chi proviene dalle varie direzioni. Si prosegue su percorso dedicato non asfaltato sempre accompagnati dalle acque placide del fiume (una strada asfaltata ai piedi dell’argine per quasi tutto il percorso può rappresentare una valida alternativa allo sterrato) mentre al km 27,3 circa, una simpatica fontanella potrebbe essere utile in caso di temperature prettamente estive. L’itinerario prosegue oltre, sempre in destra orografica, senza particolari scossoni, al km 32,6 si sottopassa una bretella a scorrimento veloce, mentre al km 33,5 si sottopassa con bici a mano la linea ferroviaria Vicenza-Treviso. Ancora poche decine di metri su via Muson e all’incrocio con la SR245 (km 34,1) si svolta a destra per raggiungere in breve il centro storico di Castelfranco Veneto, dentro le mura castellane, a cui si accede attraverso Porta Cittadella o del Musile (XII e XIII sec.), una delle due porte di accesso alla città vecchia. Il capolinea dell’itinerario è focalizzato davanti al Duomo dell’Assunta, struttura in stile neoclassico del 1723 di Francesco Maria Preti, dove è conservata la celebre Pala di Castelfranco (1502) forse l’opera più conosciuta del Giorgione (1478-1510), la cui Casa Museo è situata accanto. Si esce ad ovest per la stessa da cui siamo entrati, si svolta a destra per Borgata Vicenza e a sinistra per via Redipuglia raggiungendo nuovamente la SR 245. In questo caso la ciclabile è subito presente, giriamo a destra, attraversiamo prima via Monte Grappa e poi, tramite un sottopasso ciclabile, la trafficatissima SR 53. Proseguiamo lungo la SR 245, sempre su ciclabile fino all’imbocco, in località Villarazzo del Sentiero degli Ezzelini (km 36,9), che troviamo sulla destra. Il Sentiero scorre lento lungo il corso Muson e presenta regolari segnavia per accompagnare il visitatore. Tutto il percorso, tranne poche eccezioni, è su fondo sterrato ed il territorio attraversato, di per sé molto interessante, è impreziosito da alcune elementi architettonici ed ambientali di notevole rilievo. È il caso, nel comune di Castello di Godego, di Villa Caprera (km 42,1) (dove sembra abbia soggiornato Garibaldi) e della chiesetta di San Pietro e, nel comune di Loria, dell’Oasi ai due torrenti (km 43,3) e del Parco naturale sul vecchio alveo del Muson (km 45,1). Ai piedi dell’unica salita dell’itinerario, in località Pagnano (km 54,4) da non perdere la visita del caratteristico maglio, ora di proprietà comunale, un’antica officina fabbrile del 1468 (come riporta una pietra angolare) operativa fino al 1979. Come già detto, l’ultimo miglio del percorso è rappresentato da una costante salita che nasce proprio di fronte all’antico maglio. Si impegna prima via Foresto di Pagnano e poi via Santa Caterina (per la presenza della trecentesca chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria). Dopo poco più di 1,8 km l’arrivo nel centro di Asolo in Piazza Garibaldi (km 56,2) ci ripaga di quest’ultima fatica. (Asolo è tutta una scoperta, ci si può fermate poche ore o qualche giorno, si respira un’aria di storia e poesia. Per chi ha poco tempo una visita veloce merita la Cattedrale di Santa Maria Assunta, già citata nel 969, ma pesantemente rimaneggiata nel tempo che offre all’interno due pregevoli pale di Lorenzo Lotto (1480-1557) e Jacopo Da Ponte (1510-1592), e il Castello della Regina risalente al X sec., anch’esso rimaneggiato, ove dimorò dal 1489 fino alla sua morte (1510) Caterina Cornaro Regina di Cipro e Signora di Asolo. Qualche ora invece serve per visitare il prezioso Museo Civico collocato nel Palazzo del Vescovado e nella Loggia della Ragione.)

Padova

Passerella sul fiume Muson


Castelfranco Veneto


Asolo

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